TELEPATIA in AMORE e del NARCISISTA.
È possibile la telepatia in amore?
Ed è possibile tra individui con diverse personalità?
INTERVISTA con il Dr. Giroldini William.
La video-intervista integrale la trovi sul canale Youtube: TuEdIo – Narcisismo e Amore.
In amore sembra assolutamente possibile la telepatia.
Almeno se si stabilisce un legame significativo tra due persone, affettivo o sentimentale; nonché tramite le emozioni che si stabiliscono e si comunicano all’altro. Tramite le emozioni sembra trasmettersi anche il pensiero.
Di entenglement del narcisista trovi un video sempre sul canale Tuedio – Narcisismo e Amore così come sul tema dei messaggi subliminali del narcisista.

Il tuo o la tua partner o ex partner narcisista comunica con te telepaticamente?
Per una questione anche di empatia sarai probabilmente più tu a farlo nei suoi confronti, a meno che anche tu non sia un o una narcisista.
Certo, non è detto, in ogni caso, che anche una personalità meno empatica non riceva sotto qualche forma un messaggio telepatico, specie se c’è stato un rapporto di significativa durata con chi comunica con lui telepaticamente.
Non farti speranze però su questo aspetto, perché in ogni caso se il narcisista è impegnato in qualche nuova conquista serviranno a ben poco i tuoi tentativi di comunicazione telepatica.
Vero è che un narcisista in ragione della sua empatia cognitiva, di cui hanno teorizzato gli studiosi Michael Wai e Niko Tiliopoulos, sono in grado di leggere gli stati emotivi altrui, più che provare oltre ad una percezione delle stesse emozioni e stati d’animo altrui un’immedesimazione emotiva. È per questo che un narcisista sembra, ad esempio, in grado di intuire e prevedere i tempi del tuo distacco emotivo e della tua attesa.
Ma ci sono, in ogni caso, situazioni in cui puoi comunicare efficacemente in modo telepatico?
Lo abbiamo chiesto al dott. William Giroldini, saggista e ricercatore scientifico in ambito di chimica organica, di psico-fisiologia e di ricerca psichica, nel campo della sintesi organica, elettronica, e dell’analisi elettro-encefalografica.
- Gli esperimenti di trasmissione del pensiero avvengono con maggiore successo con persone che abbiano preferibilmente un legame sentimentale. Questo per via della sintonia che si è ingenerata nel tempo nella loro conoscenza e rapporto o per via di stati d’animo ed emozioni comuni?
- W. G.: Si in effetti quando si effettuano esperimenti di Telepatia si utilizzano sempre coppie di soggetti che si conoscano bene fra di loro (amici, fidanzati, marito e moglie) poiché si è visto che i risultati statistici sono migliori che con persone che non si conoscono affatto. La ragione penso sia il fatto che si conoscono fra di loro, non per stati d’animo comuni.
- Possono comunque avvenire anche tra persone che non si conoscono?
- W G.: si ma sono assai più rari, e anche difficili da verificare.
- La telepatia può avvenire anche se la persona a cui si intende comunicare non sia consapevole di questa intenzione comunicativa telepatica?
- W. G.: sì, sembra che sia possibile. In particolare però questi casi riguardano situazioni di grande drammaticità in cui per esempio una madre percepisce che qualcosa è’ accaduto al figlio lontano (o viceversa).
- Le persone che comunicano telepaticamente devono essere esercitate, devono praticare meditazione, ad esempio?
- W. G.: occorre precisare che normalmente le persone non comunicano telepaticamente come facciamo noi col telefonino. Casi del genere non ne ho mai visti. La telepatia accade abbastanza sporadicamente ed in modo imprevedibile. Per questo è molto difficile da studiare. Non ci sono prove sicure che la Meditazione favorisca il fenomeno.
- Ha più importanza nella trasmissione del pensiero l’intenzione di comunicare o la rappresentazione del pensiero che si intende comunicare, o meglio, una buona rappresentazione di pensiero e di immagini mentali?
- W. G.: negli esperimenti “classici” di laboratorio il trasmittente ed il ricevente sono consapevoli di quello che si intende fare. Nella trasmissione di disegni (oppure immagini) si cerca di “mandare” una immagine mentale di ciò che si vede. Il ricevente cerca di percepire fuggenti immagini che vede dentro di sé.
- Possiamo distinguere tra una trasmissione del pensiero ed una di sentimenti e di stati d’animo? Oppure pensieri e stati d’animo vanno di pari passo nella comunicazione telepatica?
- W. G.: una distinzione netta non si può fare. Comunque di solito si trasmettono immagini, disegni che il ricevente cerca di tracciare su un foglio. Poi si valuta il grado di somiglianza con l’immagine trasmessa. I “centri” perfetti sono piuttosto rari.
- Quale differenza c’è tra sincronicità e telepatia?
Ad esempio il famoso caso dello scarabeo di Jung, in cui un suo paziente mentre gli stava narrando un sogno in cui stava ricevendo in dono uno scarabeo nello stesso momento Jung sente un rumore si sporge sul davanzale della finestra e vede uno scarabeo.
- W. G.: lo studio della telepatia in laboratorio non permette più di tanto di studiare la sincronicità. Al limite si può considerare la telepatia come una sincronicità fra due pensieri simili in due soggetti. Ma è una distinzione solo formale.
- Si può parlare di una forma di telepatia in termini collettivi? Dove gli individui sarebbero condizionati da un inconscio collettivo che a sua volta lo condiziona, magari in un circolo più o meno virtuoso o vizioso?
- W.G.: Secondo alcune teorie, sarebbe possibile un “Inconscio collettivo” ma normalmente la sperimentazione viene fatta fra singole coppie.
- Quali sono le frontiere e le ambizioni degli studi sulla telepatia?
- W.G.: questa è una domanda molto interessante, che richiede un breve excursus storico.
Gli studi sulla telepatia risalgono fin dal 1850 e sono iniziati con raccolte di casi spontanei basati su testimonianze. La chiamiamo “Fase aneddotica”. Ma per dimostrare l’esistenza del fenomeno l’aneddoto non è sufficiente. Si è quindi passati negli anni dal 1920 fino alla fine del secolo scorso ad esperimenti di laboratorio basati sull’analisi statistica di prove di trasmissione di immagini, disegni o brevi video. I risultati globali hanno dimostrato che il fenomeno esiste, ma non può essere facilmente controllato o riprodotto a volontà. Molti studi hanno dato anche esito negativi, contribuendo ad un acceso dibattito con gli scettici, che sono tuttora la maggioranza in ambito scientifico.
Ai giorni nostri invece si cerca di “collegare” la telepatia (e la psicocinesi) alle funzioni cerebrali, poiché si parte dalla idea che se questi fenomeni sono reali devono avere una qualche corrispondenza nell’attività cerebrale. In particolare, io e miei colleghi utilizziamo l’elettroencefalogramma (EEG) per studiare la Telepatia, con metodi rigorosamente scientifici.
Le nostre ricerche ora sono conosciute in tutto il mondo e pubblichiamo solo su riviste scientifiche accreditate. I nostri risultati sono positivi ma sono basati su lunghe e complesse analisi statistiche dei dati (che richiedono lo sviluppo di software ed analisi matematiche molto complesse).
L’idea romantica della telepatia come se si trattasse di “telefonare” a qualcuno non è realistica ed è propria solo dei film, non è così nella realtà. Si osservano effetti piuttosto deboli, basati su molte prove con molte coppie, ma i risultati sono tuttavia significativi dal punto di vista statistico. L’ambizione è capire la natura del fenomeno, le cause ultime (probabilmente c’entra il concetto di “Campo di Coscienza”) e come si correla il fenomeno con la Fisica Quantistica.
- In futuro si potrà almeno in parte comunicare per via telepatica. Se sì, fino a che punto?
- W.G.: non credo proprio, effetti così deboli non si possono utilizzare in modo affidabile.
Anche studi per possibili applicazioni militari sono stati sostanzialmente abbandonati, dopo un certo interesse negli anni dal 1950 al 1980.
- Si può esercitare la capacità telepatica?
Se sì, come? Così come mi pare che, in generale, i fenomeni extrasensoriali (ESP) e parapsicologici, si possano sviluppare con un certo esercizio, è così?
- W.G: non credo sia possibile più di tanto. Sembra piuttosto si tratti di capacità intrinseche di una persona più che acquisibili con qualche tecnica particolare.
- I fenomeni della precognizione come si spiegano alla luce della scienza?
- W.G: il punto è che la precognizione è la meno dimostrata fra tutti gli esperimenti effettuati nel corso degli anni. Mentre, abbiamo una discreta evidenza per Telepatia e Psicocinesi.
L’inquadramento teorico di questi fenomeni , in generale, fa riferimento alla Meccanica Quantistica (la fisica più fondamentale) ed al concetto di “Coscienza” intesa come un “Campo Quantistico”. Per lo meno questo è il mio modello, la mia ipotesi di lavoro.
- Qual è l’esperimento più significativo e sorprendente di telepatia effettuato fino ad ora?
- W.G.: i casi più eclatanti li ho solo sentiti raccontare.
Questo è il punto su cui i critici contestano l’esistenza in toto dei fenomeni. Di racconti eclatanti ne ho sentiti a bizzeffe, ma non contano quasi nulla. Contano solo i risultati di esperimenti condotti col metodo scientifico.
- Come si può verificare l’attendibilità di chi, ad esempio, dichiara di avere capacità di chiaroveggenza e paranormali? Si attesta che molte personalità schizotipiche dichiarano in certi casi di avere queste facoltà che poi in realtà rientrerebbero nel loro disturbo di personalità.
- W.G: si possono fare dei test di laboratorio. Quasi sempre si riscontra una grossa differenza fra i racconti ed i risultati in laboratorio. Spesso prossimi allo zero. Gli schizotipici esagerano moltissimo le loro presunte capacità e mostrano forte tendenza ad interpretare in chiave “telepatica-paranormale” anche tutto ciò che sono situazioni del tutto normali. Questi soggetti li evitiamo negli esperimenti di laboratorio. Non sono utili, anzi sono dannosi, e fortemente egocentrici e pieni di sé.
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