Le 4 principali forme mentis da tenere con un narcisista patologico
Spesso le vicissitudini con narcisisti e manipolatori ci hanno predisposto ad una visione particolarmente critica quanto cautelativa nei confronti di personalità con una patologia narcisistica.
Questo è comprensibile, ed è auspicabile lo spirito di salvaguardia, nella misura in cui è certamente il caso di preservarci dal cadere vittime di manipolatori.
Ma il giudizio è veramente utile e un modo per predisporsi nei confronti di queste personalità – almeno, nella misura in cui non possiamo evitare di averci a che fare?

A volte comprendere queste personalità difficili quando non disturbate è un modo per comprendere meglio anche noi stessi. È un modo per calarci da altre prospettive dentro noi stessi, valutando diversamente le nostre fragilità i nostri punti deboli che non sempre divergono da quelli di certe personalità disturbate alla loro base, per quanto possiamo diversamente porvi rimedio o contenerli in misure non patologiche.
Comprendere è quindi una prima chiave ed un primo criterio; non solo per predisporci nei rapporti con gli altri, ma nei confronti della vita e di noi stessi, della realtà in cui viviamo.
Comprendere è proprio ed in certi casi l’opposto di giudicare. Soprattutto quando il giudizio rischia di farsi un pre-giudizio.
Mentre, il comprendere include il senso critico che comporta successivamente anche il giudizio nella forma del discernere, del valutare e del classificare.
È quindi la più ampia tra le attività cognitive.
Il senso critico è l’altra faccia del comprendere, ciò che tiene vigile il pensiero dal cadere nelle cristallizzazioni del giudizio.
Da questo punto di vista, così come il comprendere e il senso critico è un’attività in fieri, il giudizio è sempre in rebus – si esprime tramite i concetti che ci formiamo della realtà e delle cose.
Quando il giudizio è in grado di non farsi pre-giudizio, allora può servire attivamente alla funzione della nostra comprensione. Ad esempio per discernere determinati comportamenti o aspetti della realtà eventualmente negativi o nocivi per noi. Come recita la famosa locuzione latina: Est modus in rebus – «esiste una misura nelle cose; esistono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto» (Orazio, Satire – I, 1, 106-107).
Ma quando il giudizio si fossilizza diventa pre-giudizio. È quando, ad esempio, la vittima si limita ad additare il carnefice e si cristallizza nel ruolo di vittima, restando vittima di una forma mentis sbagliata: quella di essere vittima.
Carnefici e vittime esistono. Ma per uscire dall’empasse e dal refrain di relazioni tossiche bisogna essere disposti prima di tutto a riconoscere i motivi che ti hanno predisposto a vivere relazioni manipolative.
Qui entra in campo anche la dimensione critica.
È la dimensione che ci predispone alla modalità interrogativa:
- È davvero così?
- Non sto, per caso stigmatizzando?
- Non sto ragionando per luoghi comuni?
- Sto giudicando?
- Sto indicando l’altro; ma IO che parte in gioco ho, quale ruolo sto svolgendo nel rapporto con questa persona? E quale parte in causa ho in un determinato rapporto con qualcuno?
Il senso critico ci preserva da incanalarci nel solco del giudizio con il rischio di non potervi più fuoriuscire.
Un’altra forma che ci preserva da interazioni dannose e rapporti che possono farsi tossici è l’ironia.
L’ironia è sia un modo per mantenerci equidistanti dall’altro, sia un modo per moderare atteggiamenti che possono rischiare di farsi troppo emotivamente e comportamentalmente connotati. Ad esempio, con modalità troppo razionali-giudicanti, troppo comunicativamente frontali, e imprudentemente diretti.
L’ironia, insomma, ci mantiene in una zona franca.
Con le personalità difficili MAI smarrire il senso dell’ironia, quello che ad esempio precede la battuta.
La battuta è un buon modo per sdrammatizzare o sciogliere una situazione di conflitto o di tensione.
Ma prima della battuta di spirito viene il senso dell’ironia perché ci possa poi essere effettivamente anche quel modo di sdrammatizzazione delle situazioni e di allentamento di tensioni nei rapporti interpersonali e nella coppia.
Qui sto parlando NON tanto di comportamenti specifici con personalità narcisistiche o difficili – su questo tema puoi prendere visione di centinaia di video Youtube del canale TuEdIo – Narcisismo e Amore – parlo, appunto, di forma mentis che ti può predisporre in modo adeguato ai giusti atteggiamenti e comportamenti da adottare in situazioni critiche ed, in generale, con persone difficili.
La forma mentis, infatti, precede OGNI comportamento che potrai attuare non solo con un narcisista ma con ogni persona e in ogni situazione critica della vita.
La quarta forma mentis è:
- Nulla è perduto.
Se ti incanali in una situazione tortuosa, intricata, in un cul de sac interattivo con qualcuno e ti sembra di avere giocato male le tue carte non metterti mentalmente in modalità “ah, mi sono perso/a, sono perduto/a”: niente è mai perduto!
Le situazioni interattive e i rapporti umani non sono mai prefissati e predeterminati: siamo noi a volgerli, ri-volgerli o sanarli di volta in volta, a rimodellarli, a ricostruirli.
In sintesi, le quattro forme mentis da far tue per le situazioni difficili della vita e le situazioni critiche nelle relazioni con gli altri sono, quindi:
- Predisporti a comprendere;
- Non smarrire il senso critico;
- Tieni desto il tuo senso dell’ironia;
- Non darti mai per spacciato: nulla è mai perduto.
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